Il cammino superbo dell’instancabile genovese che ha percorso 6.560 km in 8 mesi attraverso 7 stati con 300 mila metri di dislivello
È arrivato a Capo Nord, Massimo Pedersoli, 37 anni, camminatore solidale genovese, che è partito da Genova il 14 gennaio per sostenere i bambini autistici. “Evvai. Un cammino superbo, da Pra’ a Capo Nord 6300 km di solidarietà per l’autismo” è lo slogan che ha accompagnato il suo viaggio lento. La sua è stata una vera e propria impresa, sostenuta da Monte Gazzo Outdoor, da alcuni sponsor e da una raccolta fondi per aiutare 30 famiglie con bimbi autistici, raccontato giorno dopo giorno sul diario di viaggio digitale pubblicato sui suoi profili social corredato di meravigliose immagini di luoghi e genti.
«Nel 2024 la mia città, Genova, sarà Capitale europea dello sport e questa sarà una fantastica occasione di visibilità per la città e il suo splendido territorio, e io attraverso questo cammino sarò il testimonial di un turismo slow, sostenibile, attento anche alle piccole realtà dell’entroterra». Questa è la dichiarazione di Pedersoli nel giorno della partenza, poi tantissime avventure ed incontri hanno arricchito l’anima di quanti lo hanno seguito in questa incredibile camminata.
È partito con il freddo di gennaio, è arrivato con il freddo di settembre, tagliente che avvolge la sperduta località scandinava. Ha solcato dapprima parte della Via Francigena, la Via Francisca del Lucomagno, poi è arrivato a Milano. Il sentiero che ha seguito è E1 e a fine gennaio è arrivato il Svizzera dove freddo e neve hanno accompagnato il suo cammino.
L’8 febbraio ha attraversato il confine entrando a Costanza in Germania, spesso ha dormito in tenda sfidando il vento e rinunciando ad ogni confort ma il suo spirito è sempre stato allegro e sereno. Qualcuno ha commentato vedendo la foto della tenda piantata in mezzo a un bosco: «tanta roba, ragazzo. Tanta roba». Ha dormito anche in alberghi trovando ospitalità in una roulotte espressamente pensata per i pellegrini ha mangiato i prodotti locali che trovava attraversando i paesi, un viaggio gastronomico pazzesco, ha attraversato boschi e foreste, visitato suggestivi e caratteristi paesini e incontrato moltissime persone che lo hanno accolto, con un po’ di stupore. Il 26 febbraio immortala un cartello che indica 5124 km per Capo Nord e un follower scrive: «Il fascino delle campagne nordeuropee è accresciuto dalla consapevolezza che si sta compiendo un’impresa memorabile e con un fine di grande umanità».
Il primo marzo è a Francoforte e mentre il cammino continua sul sentiero E1 la stampa tedesca gli dedica un lungo articolo, perchè la sua è un’impresa che non passa certo inosservata. Lo fa anche il Secolo IXI il 24 marzo quando ancora la meta è lontana. Siamo al 7 aprile e la città di Amburgo è sotto i suoi piedi, il cammino prosegue, non mancano il wurstel cotti su una piastra artigianale e il 24 aprile i piedi di Massimo toccano il suolo danese.
La prima notte dorme in un rifugio di fortuna ma per lui che è abituato alla tenda sembrerebbe essere una camera con tutti i confort. Poi attraversa tanti paesi, giunge nelle città, il panorama è quello tipo del nord, le case sono tipiche e accoglienti le sue foto rendono l’idea delle tante belle emozioni.
Il 14 maggio è in Svezia, un fuocherello scalda un momento di relax mentre volta le spalle all’obiettivo assorto nel contemplare la natura e il paesaggio con splendidi laghetti a fare da cornice. Il territorio è prevalentemente montuoso verso ovest, dove si trovano i monti scandinavi che la separano dalla Norvegia, monti scandinavi che separano il paese dalla Norvegia. Nella cultura svedese l’ambiente occupa un posto importante. Qualsiasi parte del territorio, pubblica o privata, sottostà al diritto di pubblico accesso, detto allemansrätten, e questo permette di aumentare i benefici di tutti a patto di rispettare le libertà altrui. A fine giugno la Repubblica gli dedica un bell’articolo e Massimo scrive: «Grazie a la Repubblica Genova e a Giovanna Rosi per l’articolo, per aver dato voce a chi spesso non ne ha». Un messaggio che ha commosso e raccolto molti like.
Dopo 212 giorni di cammino inizia la tappa importante quanto emblematica, dove Norvegia Svezia e Finlandia confinano. Inizia una nuova fase di questo cammino superbo e il 4 settembre arriva in Finlandia per poi rientrare in terra norvegese. «La Norvegia é una terra austera, esigente, non adatta a tutti, la stessa terra che qualche mese fa mi aveva rifiutato, quest’oggi ho l’impressione che mi abbia accolto a braccia aperte. Il sentiero non sempre é ben segnalato alle volte si vede il tracciolo alle volte no, ma é come se ci fosse qualcuno che guidi i miei passi questa volta, cammino, cammino in una direzione ed ecco apparire l’ometto di pietre segnavia a confermare la mia direzione. Questa volta anche se sono nuovamente solo e in mezzo al nulla sono tranquillo, tranquillità che l’altra volta non avevo, cammino ascolto il mio corpo e lui ascolta me».
Poi ancora giorni di cammino, nell’ultimo post prima della meta scrive: «proseguo il mio cammino e una volta arrivato in una sorta di altopiano si scatenano i venti artici insieme a una pioggia mista a grandine, la temperatura precipita e io faccio fatica a stare in piedi». E’ solo l’ultimo degli enormi sforzi e sacrifici che ha dovuto affrontare.
L’ultimo giorno dello spettacolare cammino è allietato dal bel tempo, ha appena lasciateo alle suo spalle il villaggio di pescatori più a nord del mondo e si mette cammino sulla E69, «la stessa strada che ieri sembrava un inferno di freddo, vento e pioggia oggi è un paradiso di sole e cielo azzurro». La strada é in salita bisogna arrampicarsi fino all’altopiano di Capo Nord, i panorami sono mozzafiato e «io non sto più nella pelle per l’arrivo».
Strada facendo riceve tantissimi messaggi di incoraggiamento e vicinanza. Dopo qualche ora arriva alla spianata di Capo Nord! Dopo 6560km, nel tardo pomeriggio del 26 settembre dopo 8 mesi dalla partenza Massimo Pedersoli completa il suo cammino superbo, un cammino solidale per aiutare gli altri e che ha fatto sognare e emozionare tanti, noi compresi. Grazie Massimo.
Tutte le foto sono di Massimo Pedersoli