Un trekking di 4 giorni sulle orme di papa Celestino V, tra eremi incastonati nelle rocce e splendidi panorami, dalle alte vette al mare
Percorrere il Sentiero dello Spirito equivale ad una immersione totale nel Parco Nazionale della Maiella, un’esperienza totalizzante con una panoramica a 360° sul territorio che spazia dalle alte vette al mare. Gli eremi e i luoghi di culto, il patrimonio naturalistico, gli splendidi panorami sono le principali peculiarità di uno dei grandi trekking tematici del Parco.
È un cammino meditativo dal valore spirituale sulle orme dell’eremita Pietro Angelerio conosciuto come Pietro da Morrone, poi divenuto Papa Celestino V che nei luoghi unici e più remoti della Maiella, custodi di leggende e vere storie di vocazione profonde, ha affrontato il suo percorso di fede e la sua solitaria esperienza.
È un cammino da fare lentamente, passo dopo passo, respiro dopo respiro, per assaporarne le emozioni, i profumi, il silenzio e godere della intensa sensazione di pace, contemplazione e riflessione. Allo stesso tempo è un trekking avventuroso e di grande rilevanza naturalistica grazie alla risalita della Valle dell’Orfento e l’attraversamento di Piana Grande.
Un itinerario che consente di vivere appieno la Montagna Madre, appropriato appellativo assegnato alla Maiella, il secondo massiccio montuoso più alto degli Appennini continentali dopo il Gran Sasso situato nel cuore del Parco omonimo.
Costituito da rilievi carbonatici, il territorio conserva una storia antichissima risalente a 100 milioni di anni fa quando il mare modellava i lineamenti della Valle Peligna mentre le alte vette dei monti Porrara e Morrone emergevano solitarie; tracce della presenza umana risalgono a 600 milioni di anni fa. In quota il territorio appare arido ma è ricco di acque sotterranee che sgorgano nelle sorgenti di valle in seguito al fenomeno carsico che ha ampliato nel corso dei millenni le fratture nelle rocce calcaree, diventate poi grotte.
Nel Parco se ne contano più di cento, alcune utilizzate per il letargo o come rifugio da diverse specie animali mentre altre, nei secoli passati, hanno ospitato pastori ed eremiti. Una rete di oltre 1.200 chilometri di sentieri si sviluppano tra alte vette, praterie, boschi, habitat estremi, arbusteti, ambienti umidi, attraversano una variegata flora con oltre 2300 specie censite, toccano habitat naturali per rare specie di mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi, consentendo di effettuare escursioni indimenticabili. Nel 2021 oltre 60 cime della Maiella sono state incluse nell’area diventata Geoparco Mondiale dell’UNESCO con il nome di Maiella Geopark.
Scheda tecnica
• Partenza – Badia di Sulmona | • Arrivo – Serramonacesca |
• Tempo di percorrenza | 29 h circa – 4 giorni |
• Distanza | 75 km |
• Dislivello | 4120 m |
• Difficoltà | EE |
• Fonti d’acqua | Fonte San Vittorino – Fonte Centiata – Grotta Sant’Angelo – Fonte Tettone. Consigliato 2 litri di scorta d’acqua |
• Segnavia lungo il percorso | Ben segnalato con i segnavia del Parco – S |
• Periodo | primavera – autunno |
• Dove parcheggiare | parcheggio gratuito in strada località Badia di Sulmona |
Indicazioni pratiche
Il Sentiero dello Spirito è un trekking per escursionisti esperti con una preparazione fisica adeguata sia per la lunghezza dell’itinerario dove non mancano impegnative salite e ripide discese che per la presenza di un breve ma rischioso tratto esposto. Il Sentiero dello Spirito è lungo circa 75 chilometri e collega Sulmona a Serramonacesca con tre delle quattro tappe classificate EE.
E’ un itinerario da percorrere in almeno quattro giorni ma può essere percorso anche a singole tappe, visitando gli eremi e i punti di interesse più significativi con brevi e più semplici escursioni giornaliere. L’itinerario tocca otto eremi, risale la riserva naturalistica dell’Orfento e attraversa quella di Piana Grande.
Si cammina su sentieri, carrarecce, tra boschi di faggio e zone agro-pastorali, su crinali dai quali è possibile ammirare panorami incredibili. Possono essere in corso attività di manutenzione ordinaria sui percorsi presenti nel territorio del Parco per questo è consigliato informarsi sul sito del Parco circa la percorribilità del sentiero scelto.
Le tappe
Tappa 1 – Badia di Sulmona – Caramanico Terme – lunghezza 26 km – difficoltà EE
1 – Si parte dall’Abbazia di Santo Spirito al Morrone a Badia di Sulmona che sovrasta l’eremo di Sant’Onofrio, arroccato sulle balze rocciose e che merita una visita. È raggiungibile con una breve deviazione, restando sulla via Badia per poi tornare al segnavia dove si stacca il sentiero S che sale per un lungo tratto fino alle indicazioni per l’eremo di San Pietro – Iaccio della Madonna. Il tratto è caratterizzato da stretti tornanti tra fitte pinete e faggeti e, dopo circa 4 chilometri, si devia a destra per raggiungere l’Eremo di Santa Croce al Morrone, conosciuto come Eremo di San Pietro. Situato a 1380 metri su una terrazza naturale, vanta una vista panoramica sulla Valle Peligna e sulle montagne più importanti dell’Appennino centrale.
2 – Si entra in una faggeta fino a raggiungere una pietraia in ripida discesa mentre la vegetazione ad alto fusto lascia spazio a vaste praterie. Si sale fino alla vetta del Monte Morrone a 2060 metri dove è installata la croce di vetta, un punto di osservazione eccezionale sui monti della Maiella. A pochi passi c’è il Rifugio Iaccio della Madonna, una struttura di accoglienza non gestita immersa tra praterie e pascoli circondati dalle rocce dove è possibile dormire, se si intende suddividere in due la tappa.
3 – La discesa dalla vetta è a tratti ripida, si entra in un bosco, si superano dei pianori prima di attraversare la strada interpoderale del Morrone Q7 ed arrivare a contrada San Vittorino dove c’è una fontana. Proseguendo si arriva a Caramanico Terme, caratteristica località termale con numerose strutture ricettive dove è possibile trascorrere la notte.
Tappa 2 Caramanico Terme – Rifugio M. DI Marco lunghezza 13,800 km – difficoltà EE
1 – La seconda tappa è lunga circa 15 chilometri ed attraversa la splendida Valle dell’Orfento, l’area di maggior pregio naturalistico del Parco. L’itinerario inizialmente affianca la strada statale 487 attraversando la gola del fiume Orfento. Si costeggia il fiume omonimo, si attraversano i caratteristici ponti di San Cataldo, quello del Vallone e il ponte di San Benedetto. A questo punto il dolce suono del fiume Orfento lentamente si fa più flebile mentre si prosegue salendo sul versante della montagna fino a raggiungere i resti dell’eremo di Sant’Onofrio.
2 – Proseguendo si affronta l’impegnativa salita della Rava dell’Avellana che conduce in vetta dove uno sbalzo sulla roccia regala un panorama straordinario che ripaga la fatica. Si scende in direzione Piana Grande, una riserva naturale che vanta la presenza di tre ambienti naturali diversi procedendo in direzione della fonte Centiata dove è possibile bere e fare scorta d’acqua. All’incrocio si devia a destra seguendo le indicazioni per il Rifugio M.Di Marco, una struttura non gestita dove è possibile trascorrere la notte. Per chi volesse pernottare in una struttura organizzata è possibile, aggiungendo circa 5 chilometri di cammino raggiungere il Rifugio Pomilio.
Tappa 3 Rifugio Di Marco – Roccamorice lunghezza 19,500 km – difficoltà EE
1 – Cuore pulsante del Sentiero dello Spirito, la terza tappa tocca tre eremi celestiniani in un contesto ambientale unico. Dal Rifugio M. Di Marco si fa il percorso a ritroso fino al bivio con segnavia S. Si devia a sinistra per raggiungere l’eremo di San Giovanni incastonato nella roccia che conserva tutto il fascino mistico. Per visitare l’eremo occorre percorrere una scalinata aggrappata alla roccia e molto esposta inoltre è necessario strisciare al di sotto di una roccia per visitare l’eremo.
2 – Da qui, tramite un sentiero esposto si risale a Pianagrande fino alla deviazione a destra per il vallone Santo Spirito. Comincia la discesa mentre la vegetazione si infittisce e diventa rigogliosa, si attraversa una foresta di faggi, si incrocia il sentiero P continuando il cammino su un breve tratto di strada asfaltata fino all’eremo di Santo Spirito, l’unico raggiungibile anche in automobile.
3 – Si ritorna sul sentiero S proseguendo verso destra per affrontare una ripida discesa attraversando un bosco prima di uscire e continuare su una carrareccia utilizzata da pastori e contadini che conduce all’eremo di San Bartolomeo in Legio, situato in un vallone. Dall’eremo si risale il vallone fino a Macchie di Coco e poi a Collarso di Roccamorice. In entrambe le località sono presenti strutture ricettive per trascorrere la notte.
Tappa 4 Roccamorice – Serramonacesca lunghezza 13,000 km – difficoltà E
1 – L’ultima tappa del Sentiero dello Spirito si svolge a bassa quota nella parte nord del Parco e tocca due eremi. Dopo un breve tratto di strada asfaltata si stacca il sentiero S che sale verso un colle. Si scende nel vallone Sant’Angelo di Lettomanopello, si prosegue ancora e si arriva a Grotta Sant’Angelo dove c’è una fonte d’acqua pubblica.
2 – Si risale il vallone seguendo il tortuoso sentiero fino a raggiungere la strada provinciale che collega Lettomanopello a Passo Lanciano. Al bivio, crocevia col sentiero D2, si procede seguendo il sentiero in direzione dell’eremo di Sant’Onofrio fino ad arrivare in una zona agro-pastorale dove si può ammirare un panorama veramente suggestivo che spazia su una buona parte dell’Abruzzo fino al mare Adriatico, ben visibile con il cielo terso.
3 – Proseguendo la discesa si raggiunge l’eremo di Sant’Onofrio dove è presente un’area attrezzata con tavoli e acqua sempre disponibile. Si segue la discesa del sentiero che passa Contrada Brecciarola e si collega ad una strada asfaltata che conduce all’Abbazia di San Salvatore a Maiella, l’arrivo del Sentiero dello Spirito.
Punti d’interesse
Gli eremi
Gli eremi sono luoghi isolati destinati al culto e alla preghiera diffusi in diverse zone del mondo dove sono arrivati il cristianesimo e il buddhismo. La maggiore concentrazione di queste strutture in Italia è in Abruzzo mentre all’estero sono nella regione del Tibet. Inizialmente pensato come rifugio di fortuna, spesso ricavato nella roccia e costituito da una colonna inaccessibile, nel tempo si è evoluto con strutture murarie o in pietra a secco appoggiate a pareti rocciose prima di trasformarsi nel medioevo, in importanti e ampie strutture su più piani con gli interni suddivisi in celle destinate ad ospitare gli eremiti ed impreziositi da affreschi e decorazioni mentre gli esterni arricchiti con inserti lavorati in pietra. Il creatore per eccellenza di eremi in Italia fu proprio Papa Celestino V, fondatore dell’ordine celestiniano.
Eremo di Sant’Onofrio al Morrone
L’eremo di Sant’Onofrio al Morrone fu la sede dell’ordine celestiniano, riconosciuto da Papa Gregorio X. Di forma rettangolare è un piccolo edificio costituito da un’unica navata, sopra l’altare una piccola finestra apre alla luce ed alla vista circostante. Fu Pietro da Morrone a restaurarlo per adattarlo alle esigenze della vita eremitica.
Eremo di Santo Spirito a Majella
Risalente probabilmente intorno all’anno mille, quello di Santo Spirito è l’eremo più grande e conosciuto di tutta la Maiella con il suo fascino e la straordinaria posizione che guarda la valle. Citato dal Petrarca nel De vita solitaria dove è descritto come” luogo solitario adatto all’ascesi spirituale”, è stato ristrutturato nel XIII secolo da Pietro da Morrone ma nel corso dei secoli sono state apportate diverse modifiche fino all’ampliamento nel XVII secolo con la realizzazione di un edificio denominato “Casa del principe” commissionato da Marino IV Caracciolo, un nobile che li vi stabilì la sua dimora.
Nel 1586 l’eremo ottenne il titolo di Badia e verso la fine dell’800 fu restaurata la chiesa. Per quasi vent’anni fu la sede dell’Ordine di Santo Spirito della Maiella, poi divenuto Ordine dei Celestini e con la protezione apostolica di Urbano IV incorporato all’Ordine di San Benedetto.
Dopo la soppressione dell’Ordine dei Celestini nel 1807 la chiesa di Santo Spirito venne definitivamente abbandonata. Il 29 agosto di ogni anno si celebra la festa della decollazione di San Giovanni Battista con la celebrazione del rito del “Perdono” tramite il quale ogni fedele che si confessa ottiene l’indulgenza plenaria.
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