Feder Cammini
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Dopo la presentazione del dossier di Terre di Mezzo sui cammini italiani qualche domanda su come interpretare i numeri è doverosa  

Per il nascente ma sempre più consolidato mondo dei cammini che negli ultimi anni si è affermato come vero e proprio “comparto turistico” i numeri sono importanti.  

A dimostrazione di quanto sopra è l’attesissimo appuntamento annuale con il dossier “Italia, Paese di Cammini” promosso da Terre di Mezzo realizzato in collaborazione con Appennino Slow e Walk +, Associazione Europea delle Vie Francigene e Camini d’Italia realizzato sulla base di risposte rivolte a 4515 camminatori, 374 volontari, 238 guide, 209 accoglienze e 140 istituzioni. Il momento clou che, come di consuetudine apre Fa’ cosa Giusta! la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che da diversi anni ospita una sezione dedicata ai Grandi Cammini.  

I dati sulle credenziali

Se consideriamo le credenziali o i passaporti dei pellegrini/viandanti il dato che emerge, come confermato sia dai costruttori e gestori dei cammini che da Terre di Mezzo, è da interpretare come una stima e non come un valore assoluto. Questo per diversi motivi: non tutti i camminatori utilizzano la credenziale, una stessa credenziale può essere utilizzata in anni diversi per completare lo stesso cammino e ultimo ma non ultimo e che sono stati esaminati i dati di 4515 camminatori, 374 volontari, 238 guide, 209 accoglienze e 140 istituzioni. Pochi rispetto al valore finale che è di quasi 200 mila camminatori.   

Quindi sono numeri destinati a crescere o a diminuire in base all’utilizzo che il pellegrino, viandante o camminatore ne fa, secondo le dichiarazioni e le personali esigenze di quel determinato momento. Difficile, o almeno improbale darli per oro colato.  

Tenendo conto che quest’anno sono stati stimati appunti circa 200 mila camminatori sui cammini italiani, questo dato stimola la politica ad effettuare determinate scelte. E se questi numeri non fossero reali? Noi stessi, attori principali di questo settore di nicchia ma ormai neanche tanto, potremmo indurre gli stessi politici a scelte errate, con una destinazione di fondi, per eccesso o difetto al nostro o un altro settore dell’ambito turistico.  

Io, da cittadino italiano e onesto contribuente ma anche da giornalista, mi sento in dovere di chiedermi se determinate scelte siano giuste e quanto un importo economico destinato, in questo caso al mondo dei cammini, sia eccessivo o insufficiente.   

Diversi utenti e commentatori del nostro giornale, spesso esperti camminatori, prendono ad esempio il Cammino di Santiago dove, la Compostela rappresenta il documento ufficiale capace di determinare quanti sono stati i pellegrini a percorrere lo storico itinerario.

Ma anche in questo caso, seppur con minore approssimazione di tratta di stime. Sono certamente più attendibili delle nostre ma pur sempre stime. Perché anche chi percorre i vari cammini per Santiago potrebbe non utilizzare le credenziali del pellegrino. Io stesso, potrei scegliere di alloggiare in strutture ricettive alberghiere o extralberghiere senza richiedere una credenziale e alla fine senza richedere la Compostala, soprattutto in un’epoca dove la privacy sembra essere una priorità su tutte.

Perché devo raccontare al mondo che sto percorrendo il Cammino di Santiago? Non tutti sono disposti e contenti di (io per primo) di instagrammare il dove e quando della mia vita personale. Condividere è una scelta rispettibile, non farlo lo è altrettanto.

D’altronde, parlo per esperienza personale, molti tra i camminatori che hanno alloggiato nel b&b sulla Via Francigena gestito da mia moglie, non avevano nessun tipo di credenziale, erano alto spendenti e non chiedevano sconti ma servizi, come ad esempio il trasporto bagagli. Quello che invece è certo è che le Compostela ritirate nel 2024 a Santiago nel 2024 hanno sfiorato le 500 mila unità. E questo è un dato certo.  

Accorpare i numeri dell’escursionismo a quello dei cammini 

Per raggiungere numeri considerevoli – pensate che la Fiera Fa’ la cosa Giusta! è riuscita a richiamare in soli tre giorni 52 mila visitatori – occorrerebbe accorpare tutti gli escursionisti, cioè quelle persone che vanno a fare una passeggiata in montagna e poi si ritrovano intorno a una tavola del ristorante di turno spendendo una certa cifra, a quelli che affrontano un cammino a lunga percorrenza che usufruiscono delle ospitalità a donativo e spesso del menù del pellegrino, quindi a prezzi calmierati. Questo non è sempre un motivo per risparmiare, molto spesso è un modo per immergersi nel cammino con mani e piedi e vivere un’esperienza totalizzante. Considerando che alcuni di loro lasciano, quando va bene, 5 euro all’ostello a donativo di turno, è un dato da tenere in considerazione. Infatti, in Italia i ristoranti – trattorie che offrono il menù pellegrino sono pochissimi. Chi lo ha fatto, spesso ci ha ripensato eliminadolo.

Le credenziali numerate  

Un altro aspetto da tenere in considerazione, quando si parla di numero di viandanti è quello delle credenziali rilasciate. È proprio su queste che si basano una parte delle stime sui camminatori che percorrono i cammini italiani. Le credenziali dovrebbero avere in un numero crescente, in base ai rilasci. Un numero certificato s’intende, non una cosa così per fare.

Questo potrebbe essere un altro modo di certificare i viandanti sui cammini italiani. Altrimenti, come dicevo sopra, è meglio accorpare tutti, escursionisti, pellegrini e viandanti sotto un unico tetto. Forse così riusciremmo ad avere numeri non certi ma perlomeno avere un riscontro economico capace di aiutare la politica a fare o non fare determinate scelte.

 

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Direttore responsabile

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