Nel santuario ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni riemerge il più grande deposito di statue in bronzo rinvenuto nell’Italia antica
San Casciano dei Bagni, Siena – La conclusione della sesta campagna di scavi al Santuario Ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni, paese sulla Via Francigena, ha permesso il rinvenimento del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo. Sono state ritrovate anche cinquemila monete in oro, argento e bronzo.
La Sindaca Agnese Carletti ha dichiarato: San Casciano ha un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita. Il museo che nascerà e che ospiterà le eccezionali statue, insieme al futuro parco archeologico che vogliamo realizzare, potranno essere per noi un vero e proprio motore di sviluppo.
Il prof. Jacopo Tabolli, etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico ha dichiarato:
Quanto riemerso dal fango a San Casciano dei Bagni è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana
Si tratta di oltre venti statue (realizzate in parti anatomiche e al vero o secondo i canoni della cosiddetta mensura honorata, cioè alte tre piedi roma, l’equivalente di circa un metro) che raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro assieme agli antichi dedicanti.
L’eccezionale stato di conservazione all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise sulle statue prima della loro realizzazione.
La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II e il I secolo a.C. Si tratta di un periodo storico di grandi trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale di Roma, nel santuario del Bagno Grande nobili famiglie etrusche e romane dedicarono assieme le statue all’acqua sacra.
Un santuario di valenza interregionale
Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra. Dalle iscrizioni sappiamo che i dedicanti giunsero da tutto il territorio di Chiusi e Perugia con molti nomi che ricorrono nel territorio di Siena. Si trattava dunque di un santuario di valenza interregionale.
Le statue dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino. A più riprese – sicuramente nel corso del I secolo d.C. – le statue furono staccate dal bordo della vasca e depositate sul fondo.
Dunque non si tratta di uno scarico di materiale sacro nell’acqua calda, ma piuttosto di una deposizione rituale, mediata con la divinità. Gli atti votivi proseguirono poi fino al IV secolo d.C. con la deposizione di quasi seimila monete (in argento, bronzo e oro). Solo agli inizi del V secolo d.C. il santuario venne smantellato e chiuso. Il grande tesoro sacro nella vasca fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto.
La campagna di scavo è stata integralmente finanziata dal Comune di San Casciano dei Bagni e si avvale anche del contributo di società e fondazioni internazionali (Ergon, Heureka Ambiente, Vaseppi Trust, Fondazione Friends of Florence, Max Ulfane).
Sul posto il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze
Il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze ha inoltre coadiuvato la direzione scientifica dello scavo nelle operazioni di sicurezza del cantiere di scavo e dei reperti. La ditta Ecol-B è intervenuta nelle fasi più complesse dello scavo e per la messa in sicurezza del cantiere. Si è potuto così procedere ai primi restauri conservativi alle strutture emerse dal fango.
Gli scavi
Lo scavo è coordinato dal prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena e diretto sul campo dal dott. Emanuele Mariotti per conto del Comune di San Casciano dei Bagni su concessione della Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Ministero della Cultura. La tutela è diretta dalla dr.ssa Ada Salvi della Soprintendenza di Siena Grosseto e Arezzo. La conservazione e il restauro sono condotte dalla dott.ssa Wilma Basilissi dell’Istituto Centrale del Restauro in collaborazione con la dott.ssa Pozzi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo.
60 studenti da 11 università nazionali e internazionali per gli scavi
Più di sessanta studenti e studentesse provenienti da undici università nazionali e internazionali hanno partecipato alle 16 settimane di scavo. La loro presenza non solo ha costituito un’occasione eccezionale di confronto tra tradizioni diverse di scavo archeologico, ma anche rivitalizzato il borgo medievale di San Casciano dei Bagni. Questo in una prospettiva plurilinguistica e multiculturale che è lo specchio della vita attorno all’antico santuario e alle sue statue.
San Casciano riscrive la storia dell’etruscologia
50 anni dopo la scoperta nel 1972 dei celebri “bronzi di Riace” si riscrive a San Casciano dei Bagni la storia dell’antica toreutica (statuaria in bronzo) di età etrusca e romana.
La Via Francigena si arricchisce di un punto d’interesse unico in Italia
Una scoperta eccezionale proprio sulla Via Francigena che si arricchisce di un punto d’interesse di enorme valore storico – culturale è potrebbe velocizzare il percorso dell’antico cammino di Sigerico verso l’Unesco. Inoltre, il territorio è terra di confine e snodo “Tra le due Romee”, l’antico collegamento tra Teutonica e Francigena, oggetto di attenzione da parte delle amministrazioni comunali competenti.