Santiago Sanchez Cogedor è stato arrestato il primo ottobre scorso dalle autorità iraniane. Le diplomazie sono al lavoro ma non c’è l’accordo
Santiago Sanchez Cogedor è partito a gennaio da Madrid per assistere ai Campionati del Mondo di calcio che si stanno svolgendo in Iran. Dopo quasi 5.000 chilometri percorsi a piedi, il viandante ha smesso dare notizie di sé il primo ottobre.
Il giorno prima si trovava al confine con l’Iran, da mesi travolto dalle rivolte popolari scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini. Secondo le informazioni trapelate il viandante spagnolo si sarebbe recato in visita sulla tomba della giovane e pochi giorni dopo è arrivata la notizia del suo arresto da parte delle autorità iraniane.
Dopo quasi due mesi, Santiago Sanchez si trova ancora detenuto nelle strapiene carceri iraniane e non si prospetta al momento una rapida soluzione del caso. Infatti, il ministro dell’Interno della Repubblica Islamica dell’Iran, Ahmad Vahidi, non ha ancora riferito i dettagli e confermato le circostanze che hanno portato al fermo del camminatore spagnolo.
Il ministro degli Esteri dell’Unione Europea e della Cooperazione, Josè Manuel Albares, assicura che la diplomazia spagnola sta lavorando attivamente per trovare una soluzione che consenta la liberazione di Santiago Sanchez e di un altro cittadino spagnolo, anch’esso detenuto. L’ambasciatore spagnolo a Teheran, Angel Losada si sta occupando in via prioritaria della difficile questione mentre dalla Spagna il Segretario di Stato per Affari Esteri Angeles Moreno ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo iraniano per consentire ai diplomatici spagnoli presenti in Iran di potere incontrare i due detenuti.