Feder Cammini
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Enrico Cangini, sindaco in cammino. Un viaggio lento, ricco di persone, paesaggi, enogastronomia e tanta simpatia. Ecco il reportage completo 


Enrico Cangini non è uno che hai cammini da del tu, è un camminatore neofita alle prime armi, primo cittadino di Sarsina e dottore commercialista di professione. Aveva perso una scommessa con Cristina Santucci, presidente dell’associazione che gestisce il Cammino di San Vicinio, un itinerario ad anello che si estende per quasi 300 chilometri dedicato a San Vicinio, primo vescovo di Sarsina tra il IV e V secolo D.C. Il primo cittadino ha quindi programmato la lunga escursione dotandosi anche di un logo “Un sindaco in cammino” per onorare il “debito”. Il suo è stato un cammino faticoso ma meraviglioso che merita di essere raccontato

Il reportage completo 

Giorno 1 – Il 7 settembre è partito dal suo paese, punto di partenza e di arrivo dell’itinerario per affrontare i 300 chilometri messi in programma. Prima della partenza la benedizione dal Parroco Don Rudy, poi via verso le Marmitte dei Giganti, per poi risalire verso Careste. Giunti alla Badia di Montalto un piacevole ristoro con dolci, crostate e caffè ma anche una poesia in dialetto romagnolo recitata da Secondo Zattini “Abate di Montalto”. L’arrivo e il pernottamento alla canonica di Quarto insieme al “russatore” e inseparabile compagno di viaggio “Spadino”. 

Giorno 2 – Il secondo giorno monta in sella a une-bike e dopo una ricca colazione e accompagnato da un gruppo di cicloamatori di cui ha fatto parte che il Vicesindaco Suzzi, è partito avventurandosi sul Lastreto. Giunti a Castel d’Alfero, passando per la sede Agesci di Donicilio, è accolto dal concittadino Emanuele Bernabini, cavatore e narratore delle bellezze del territorio che si fa da guida del misterioso Borgo fino a scoprire l’essicatoio dove produce la farina di castagne.

Attraversano il famoso ponte Romano per poi dirigersi alla volta di San Piero in Bagno. Durante la discesa uno striscione cita “la vita è un viaggio da fare a piedi, quando le tue gambe saranno stanche cammina con il cuore”. Poi l’ingresso a San Piero, e dal centro della Piazza una mattonella del Cammino indica la direzione per il Santuario di Corzano che raggiunge dopo un chilometro di dura salita.

L’incontro casuale con un gruppo di Cesena ed alcune religiose con cui condividono l’ospitalità a La Verna, due tappe dopo. Una visita al bellissimo Museo di Arte Sacra gestito dalla fondazione “Abbatia Nullius Balneensis”, poi la carovana si dilegua e il Sindaco in cammino resta con Spadino, fedele compagno di viaggio. La cena tra un tortello alla lastra, prosciutto casereccio e qualche calice di brunello, li fa fare notte che passano alla pensione Giovanna. 

Giorno 3 – Sveglia presto per incontrare la Vicesindaco di Bagno di Romagna Claudia Mazzoli e confrontarsi sulle strategie turistiche della vallata. La consegna del testimonium assieme alla ceramica del Cammino e poi si fanno condurre alle Terme Sant’Agnese dove incontra il Parroco Don Alfio, Fabio Bussi ed Enrico Camillini prima di inoltrarsi nelle foreste casentinesi, spettacolare teatro di colori che mutano mentre il verde intenso permea tutto ciò che li circonda.

Incontra sul cammino l’amico Alberto Merendi condividendo i passi per diversi chilometri, nel silenzio, connettendosi con la natura mentre “il vento che barrisce tra le faggete ed il sole che irrompe tra gli alberi ad alto fusto contribuiscono a creare un’atmosfera mistica”. Uno spuntino nella località “Fangacci” prima di puntare su Camaldoli dove visita i luoghi di San Romualdo.

A pomeriggio inoltrato arriva all’Eremo al Monastero, dove visita la famosa Farmacia camaldolese, ammirando alcuni dipinti del Vasari, prima di qualche spritz assieme alla schiaccina con la finocchiona. Il sindaco e Spadino arrivano a Badia Prataglia, rifocillandosi con una cena tipica Toscana: salumi toscani, zuppa di porcini, gnocchi al cinghiale e bocconcini ai porcini oltre alla schiacciata Fiorentina, vinsanto e liquori vari. 

Giorno 4 – La mattina, per Enrico Cangini inizia con un fastidioso torcicollo che però non gli impedisce certo di fare un abbondante colazione, utile per affrontare la giornata. Il passo punta verso Mandrioli, la natura è rigogliosa ed imponente. Le felci lastricano il cammino.

C’è la foresta da attraversare fino a raggiungere il passo Serra per poi scendere verso la piccola località di Serra e in lontananza si vede la città di Bibbiena. In un paio d’ore i due raggiungono Biforco per un pranzo con pane e finocchiona al circolo “Amici della Valle Santa” La Verna è più vicina e gli abeti lasciano il posto ai faggi. Facciamo capolino sulla ghiacciaia mentre sopra si nota l’imponente Santuario millenario fondato da San Francesco nel 1214. 

Raggiungono la bellissima terrazza, sormontata da una croce di legno, che si affaccia su tutta la Valle Santa e partecipano alla Via Crucis prima e poi alla Santa Messa. “Il posto emana una spiritualità ed una sacralità che ti portano naturalmente a protenderti verso il cielo.

Si nota che il santuario è in fermento in occasione della celebrazione dell’ottocentenario da quando San Francesco ricevette le stimmate”. Arrivano nella zona del Sasso Spicco, “pare di essere in un’ambientazione di Tolkien” scrive il sindaco sul diario di viaggio. Poi l’arrivo, verso le 19 alla Casa di Spiritualità “La Roccia” delle Suore della Sacra Famiglia di Cesena. 

Giorno 5 – La solita ricca colazione poi via verso Verghereto dove c’è il Sindaco Enrico Salvi ad accoglierlo. Prima di raggiungere il Municipio l’incontro con i carabinieri forestali che lo portano a vedere mostrare il cantiere della nuova Caserma di Verghereto. “Un bel segnale – commenta il sindaco in cammino – vedere lo Stato che investe ingenti risorse in un piccolo Comune”. In municipio lo attende il sindaco Salvi, il vice Camillini ed il consigliere Bardeschi. 

Un incontro tra amici dove ci scambiamo i doni e parliamo delle opportunità del turismo lento”. Il percorso riparte con una rapida salita, sempre accompagnato dal fedele compagno di viaggio Spadino raggiungono la sorgente del Savio.

Spadino decide di stravolgere il programma per poter passare a vedere anche La Cella di Sant’Alberico, recentemente ristrutturata da una illuminata signora riccionese. Di tanto in tanto, una mandria di mucche che pascolano serafiche nelle bellissime radure ai piedi del Fumaiolo, fanno da contorno alla natura e al paesaggio. Ci vuole qualche ora per completare il percorso che congiunge il rifugio Moia ed il rifugio Giuseppe fino ad arrivare al Faggio Scritto per un pranzo ristoratore. La tappa è dura e il sindaco in cammino, nonostante gli incoraggiamenti fa fatica ma non molla. Alla fine di una spianata ecco che si vede la famosa Cella di Sant’Alberico. Decidono di concedersi un aperitivo dopo tanta fatica. L’eremo è poco distante e, dopo un breve momento di raccoglimento, via di nuovo verso le sorgenti del Tevere “il fiume sacro per i destini di Roma”.

Qui la storia e la natura si fondono e ci si stupisce nel notare come un fiume così imponente nasca da un piccolo Rigoletto di sorgente”. Alla sera raggiungono le Balze la sera inoltrata, il tempo di cenare, fare la doccia ed andare a letto all’hotel Bellavista. 

Giorno 6 – Alla mattina il cielo plumbeo consiglia un abbigliamento pesante, la seta tappa si fa in sella a un e-bike ma utilizzata con potenza minima per non rischiare di esaurire la batteria. Alle 10, il sindaco in cammino e Spadino arrivano a Sant’Agata Feltria dove c’è il Sindaco Goffredo Polidori ad accoglierli per fare conoscere la comunità locale e fare una al prezioso Teatro Mariani dove campeggiano ancora i video delle esibizioni di Gassman.

Il senso dell’ospitalità e dell’accoglienza non manca, arriva la buonissima spianata con la mortadella del forno locale, degustata prima della ripartenza e subito un temporale sorprende la coppia di escursionisti che si rifugiano in un capannone con le balle di fieno. Dopo il temporale puntano su Perticara, dove la vicesindaco Elena Vannoni fa gli onori di casa, introducendoli al bellissimo museo sulla miniera, il Sulphur. 

“Leonardo, un giovane diciassettenne del posto, ci guida all’interno del museo con grande passione e rimaniamo incantati dalla sua narrazione per più di un’ora. 157 morti ci sono stati nella miniera di Perticara (la miniera col reticolo più lungo d’Europa) ed il museo fa riflettere sulle loro difficilissime condizioni di vita e sulle avversità quotidiane che dovevano vivere”. 

Il vento soffia forte, la carovana si dirige alla volta di Monte Tiffi (famosa per le teglie) per poi  poi risalire sino a Sogliano per incontrare il vicesindaco Lorenzo Ortolani per discutere le nuove opportunità turistiche offerte dai cammini.

Riescono a incontrare anche l’ex sindaco Quintino quando incrocia Vania Santi, ora postina, con la quale scambia qualche sguardo divertito “dopo questo percorso potrei fare anche io il postino” dice Enrico. 

Poi l’arrivo a San Giovanni in Galilea dove il sindaco Silverio Zabberoni ed il suo vice Luigi Deluca mostrano il rinomato Museo Renzi prima di condurli nel bellissimo appartamento comunale, recentemente ristrutturato, che viene affittato a pellegrini e turisti. 

La cena è presso il circolo Acli, si parla dell’opportunità di creare una cooperativa di comunità. “Rientriamo per dormire e ci pare di scorgere un lupo ai bordi della strada. È stata una giornata impegnativa dove, con Cristina Santucci, abbiamo cercato di sensibilizzare gli amministratori dei comuni presenti sul Cammino”. 

Giorno 7 – Spadino sveglia il sindaco Cangini perché alle 8 c’è l’appuntamento col Sindaco Zabberoni per fare colazione assieme. Cappuccino, pasta e lettura dei giornali e via, ancora una giornata in bicicletta. “Non avrei mai pensato di dirlo ma meglio camminare”. Partono da San Giovanni in Galilea puntando in direzione Borghi, in rapida sequenza attraversano Santa Paola e Sorrivoli per poi giungere a Roncofreddo dove ad attenderli in municipio c’era il sindaco Sara Bartolini. Un confronto sulle difficoltà dell’essere sindaco e sulla bellezza dei territori che hanno delle vedute da incorniciare. 

Abbandonato Roncofreddo la carovana raggiunge Montiano “terra di pace e di poeti” dove incontrano il Sindaco Fabio Molari “che ormai, al 4° mandato, tenta di battere il record di Cappelli”. Finalmente c’è la pianura a Calisese, e anche li qualcuno li aspetta; è il Parroco Don Stefano Pasolini che mostra la bellissima pieve e le sue ricchezze e ci scambiamo qualche dono di riconoscenza. Poi il Presidente del Quartiere Mario Picone. Un pranzo insieme e via verso la Basilica del Monte che domina la città di Cesena. Il tempo di una rapida visita e i pedali muovono le bici verso il convento dei Cappuccini. Padre Filippo fa gli onori di casa insieme all’assessore Chicca Labbruzzo. “Il posto è magico e godiamo di un tramonto infuocato. Partecipo, assieme a Spadino, ai bellissimi Vespri e poi ceniamo con gli 8 monaci che vivono qui. Ci confrontiamo lungamente a tavola in maniera gioviale, Spadino promette loro di tornare a cuocere la fiorentina e ci lasciamo con un cicchetto di CappuGin e Limoncino Cappuccino

”. Mentre i frati si dedicano alle prove di canto i due escursionisti vanno a letto, il sottofondo musicale è la canzone “Una Terra Promessa”. “Colgo una spiritualità sincera e totalizzante” scrive il sindaco in cammino sul suo diario di viaggio digitale. Il viaggio sta per volgere al termine, manca lo “strappo” finale. 

Giorno 8 – La sveglia in convento suona presto, l’affaccio dalla finestra offre uno splendido panorama su tutta la Romagna, un vero paradiso scrive il primo cittadino sul suo diario di viaggio. Dopo le lodi mattutine e la colazione con i frati scatta un dovere: celebrare un matrimonio e fare un’inaugurazione. 

Raggiunge Bora a metà giornata, un gruppo di camminatori, guidati da Marco Ceccaroni di Caveja Trek sono sul suo cammino e la fatica si fa sentire ma Enrico è uno che non molla.

Passo dopo passo, percorre la dorsale che divide la Valle del Savio dalla Valle del Borello. Un posto brullo e bellissimo dove i gialli ed i verdi si fondono col cielo. Una birra del Birrificio “Luogo Raro”, di Marco Gorini, a Linaro offre forza e una piacevole anche se breve sosta.  

Risale il costone ri rocca di Linaro a attraverso un sentiero a precipizio sul torrente Borello e, dopo 3 ore di cammino arriva a destinazione dove ad attenderlo ci sono tanti cittadini la Pro Loco, il parroco Don Justin ed anche il Sindaco di Mercato Saraceno Monica Rossi per la ormai consueta consegna dei doni.

Poi la cena con la porchetta, tutto innaffiato dall’ottima birra, un karaoke sfrenato ha allietato la serata poi il pernottamento all’ostello di Linaro, praticamente a due passi da casa.  

Giorno 9 – l’arrivo. La sveglia è alle 6 per poter essere in cattedrale a Sarsina alle 11. Accompagnati da Massimo Maffi, alle prime ore dell’alba, sempre in compagnia di Spadino raggiunge la Pieve di Montesorbo dove ad attenderci, in un perfetto vestito giacca e cravatta, c’è Chiarini che ci spiega le bellezze dell’antica Pieve narrando di come, la chiesa di cui è sommo custode, fosse stata eretta anche per ospitare il Vescovo di Sarsina in un periodo non facile per la città messa a dura prova dalla grande frana di Sorbano. Punta in direzione della fonte di San Vicinio dove incrocia i primi volti amici disposti a percorrere l’ultimo tratto di cammino insieme, uno dei tanti momenti di condivisione del Sindaco in Cammino.  Una rapida visita alla fonte di San Vicinio, poi il Monte di San Vicinio, attraversa Musella e Ciola fino s raggiugere l’Azienda Agricola Il Pagliaio.

Quello che era inizialmente un piccolo gruppuscolo è già diventato di oltre 20 persone. “un piccolo effetto valanga” scrive Enrico. Giovanni, Eleonora e Giammaria riservano un’accoglienza calorosa, non mancano prosciutto, piadina e cibo vario, ed oltre a loro va a salutarlo anche l’asino Vicignolo “che ci spiega Giovanni essere la crasi tra Lucignolo e San Vicinio”. 

Arriva anche la Romi con tante ciambelle ma Cristina che con voce tonante richiama all’ordine: “è ora di muoversi”. I piedi stanchi si mettono ancora in movimento, si cammina sulla strada provinciale “che spesso percorro in auto”.

Di tanto in tanto sopraggiungono altri gruppetti di cittadini, il più numeroso a Calbano. Tutti insieme scendono a Sarsina fino a piazza Plauto proprio alle 10:55, dove risuona la musica “Nostalgia di Sarsina” diffusa a tutto volume tramite un grande cassa. 

Il tempo di qualche saluto e via in Cattedrale dove il parroco Don Rudy, al termine della messa, ha consegnato il Testimonium a tutti i pellegrini che hanno percorso più di 100 km. 

Con il Testimonium in mano la grande Pro Loco di Sarsina offre un abbondante rinfresco. Il cammino è finito, è tempo di terminare l’avventura e di tornare agli impegni di sempre. “Un grazie sincero a Cristina, Spadino e Gerardo senza i quali non avrei mai potuto intraprendere questa avventura che rimarrà indelebile per me. Grazie anche ai tanti che hanno condiviso un tratto di strada con noi, a chi ci ha accolto e a chi ci ha ospitato. Sono stati giorni vissuti in pienezza dove abbiamo costruito delle relazioni sane e genuine”. 

Il sindaco in cammino ce l’ha fatta, nonostante nei bar i pronostici fossero sfavorevoli “u durerà tri dè”, invece, in qualche modo è arrivato in fondo. “Se le gambe sono stanche cammina con il cuore” è l’ultimo messaggio di Enrico Cangini, sindaco e camminatore innamorato della sua terra e della sua gente. Mentre sta per abbandonare la piazza una signora dice “se lo fa un’altra volta vengo anch’io” la risposta di Enrico: “signora parta lei… io forse la raggiungo”. Ma quando si fa un cammino, dopo avere smaltito la stanchezza tornano i ricordi indelebili e siamo certi di ritrovarlo ancora su qualche cammino, in qualche parte del Belpaese.  

Tutte le foto sono tratte dal profilo personale di Enrico Cangini

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