Feder Cammini
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Semi-anello in un ambiente aperto e molto panoramico, un viaggio tra le fatiche degli uomini e donne di un tempo passato


Sulle tracce di un passato ancestrale

Questo semi-anello si sviluppa in un ambiente aperto e molto panoramico, costeggiando entrambi i versanti di Fosso Capanna. È un viaggio tra le fatiche fatte da uomini e donne, abitanti nei tempi passati di questi luoghi impervi che evocano sensazioni intense osservando il cambiamento del paesaggio avvenuto con l’evoluzione sociale e il conseguente semi abbandono delle attività agro pastorali d’alta quota.

Infatti, un susseguirsi di pascoli ancora parzialmente usati dalle greggi sempre meno numerose alternati a campi un tempo coltivati, sono oggi sotto il dominio incontrastato di felci ed erbacce che hanno anche preso il sopravvento su una parte delle vecchie mulattiere e sui complessi in sasso sparsi per il cammino.

Muri a secco, cumuli di pietre e capanne ottenute dallo spietramento dei terreni poi destinati ai pascoli si susseguono ininterrottamente, testimoni di fatiche e della resilienza delle genti di montagna. I numerosi anfratti rocciosi presenti in zona formatesi nel corso dei secoli, sono diventate grotte pastorali all’interno delle quali si nascondono ricoveri e ripostigli.

Si notano evidenti i segni di una vita passata, i pavimenti lastricati, il fondamentale camino e i diversi ripostigli, l’ovile e i recinti per il bestiame.  Il villaggio di Colle della Civita, costruito nel 1940, oggi è un’attrazione turistica che consente di comprendere come fosse la vita nei tempi lontani, quando questi agglomerati fungevano da riparo per contadini e pastori.

Questa piccola cittadella richiama le Tholos presenti sul sentiero delle Capanne di Pietra. Lungo il percorso si incontra la località fontana del Tasso. Secondo la tradizione Torquato Tasso si dissetò proprio a questa sorgente durante un breve soggiorno in zona, di qui l’intitolazione al grande poeta e scrittore.

Scheda tecnica

Partenza e arrivoMacchie di Coco
Tempo di percorrenza3 h 20′
Distanza9,6 Km
Dislivello380 metri
DifficoltàE
Punti d’acquaFonte Tasso – Colle della Civita – Macchie di Coco. Consigliato 1 litro di scorta
Segnavia percorsoSegnavia del Parco CP
Periodo adattoAutunno. In inverno solo con ciaspole o ramponi
Dove parcheggiareIncrocio statale 22 bivio per agriturismo Macchie di Coco

Indicazioni pratiche

La partenza è da località Macchie di Coco; la strada particolarmente stretta non consente lo stazionamento di molte autovetture e rende difficoltoso parcheggiare. Il percorso è un semi anello di circa 10 chilometri con alcuni tratti esposti. Si segue il segnavia CP essendo questo percorso una variante ufficiosa del sentiero Capanne di Pietra. Se si effettua l’itinerario in inverno con condizioni di innevamento è consigliato l’utilizzo delle ciaspole. L’anello può anche essere raggiunto dalla località Acquafredda di Roccamorice, attraverso il sentiero C2 e, mediante il sentiero di collegamento all’area di Valle Giumentina – Decontra, dalla località Macchie di Coco; in entrambi casi, i tempi di percorrenza sono di circa 45 minuti, solo andata.

Le tappe

1 – Si parte dal parcheggio del bar-masseria “Macchie di Coco” a 800 metri, si risale la costa della Cavallara fino a raggiungere Fonte Tettone che dista solo alcuni chilometri dal borgo omonimo, in corrispondenza di una piccola deviazione per un ovile ancora in uso. Tornati sulla carrozzabile che proviene da Pagliari, dopo una stretta curva a gomito si imbocca il sentiero che si stacca alla nostra sinistra e che conduce fino alla cima del colle. Giunti in vetta si svolta a destra proseguendo lungo una piccola cresta molto panoramica fino al villaggio della Civita cuore del nostro trekking.

2 – Si segue il piccolo percorso tra le cinque costruzioni presenti. Colpiscono i particolari che compongono il villaggio, il mungitoio caratterizzato dal doppio ingresso, le pavimentazioni di pietra e la gestione degli spazi sono ancora funzionali e gli archi a sesto acuto ci ricordano quanto ancora oggi c’è di quell’epoca nelle nuove costruzioni. Si segue il sentiero che risale il versante puntando a nord in direzione Fosso Capanna fino a incrociare l’Anello del Colle dell’Astoro.

3 – Qui è consigliabile girare a destra per visitare il complesso denominato il Canile; datato 1938 è ben riconoscibile la cuccia del cane posta a mezza quota sulla parete e la vasca scolpita nella roccia.

4 – Si ritorna sul sentiero CP verso la Valle Ardegna ed il colle dell’Astoro camminando in quota in direzione di una piccola casa con una caratteristica finestra fino ad incrociare una recinzione circolare denominata “il serpente” delimitato su entrambi i lati da altre due casupole. Sotto di noi troviamo un incrocio, intersezione di due sentieri, si devia a destra fino a raggiungere il recinto delle “Tre capanne”. Risalendo invece la valletta incrociamo il complesso detto del “Triangolo” seguito dal complesso recintato chiamato del “Colle dell’Astoro”.

5 – Si prosegue fino ad un altro incrocio seguendo la direzione dell’Anello della Civita dove una capanna all’ombra di un faggio è il soggetto di uno scenario incantevole, si cammina ancora verso Fosso Capanna e prima di raggiungerla si trova la fonte detta “del Tasso”  Si risale ora il Colle della Civita, attraversando prati e pascoli messi ancora a coltura e toccando altre capanne di pietra fino a raggiungere il punto d’inizio dell’anello, si gira a destra e dopo circa 35 minuti di cammino si raggiunge Macchie di Coco, località di partenza di questo interessante e ancestrale percorso.  .

Punti d’interesse

Complessi agro-pastorali

Il sentiero permette di visitare i complessi agro-pastorali tipici della zona del Parco Nazionale della Maiella, caratteristiche e particolari casette a cupola che richiamano i prototipi mediterranei a tholos della civiltà greca. Sono costruzioni a pianta circolare di forma ogivale. Il materiale per realizzare le strutture, veniva recuperato dallo spietramento del terreno al fine di renderlo coltivabile, messo in opera dall’uomo senza l’aiuto di malta o rinforzo con intelligenza e maestria.  Questi villaggi sono stati per secoli la casa di pastori ed agricoltori che hanno addomesticato queste valli tanto belle quanto difficili da vivere. La ricostruzione effettuata negli anni ‘40, oggi è un’attrazione turistica che ci ricorda “come scolpito nella pietra” quanto la vita fosse dura e frugale quasi essenziale. In questo ambiente duro e meraviglioso l’uomo ha saputo realizzare vie pastorali particolarmente curate ed efficienti. Un ritorno alla terra quanto mai attuale.

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