Itinerario composto da vari percorsi tematici per visitare la gran parte dei principali complessi agro-pastorali in pietra
Una via attraverso i secoli
Il Sentiero delle Capanne in Pietra è un itinerario composto da vari percorsi tematici mappati per permettere agli escursionisti di visitare la gran parte dei principali complessi agro-pastorali in pietra a secco del versante settentrionale della Maiella. Il sentiero prende il nome appunto dalle capanne in pietra a secco, denominate “pajare” (pagliaio) che si incontrano sparse qua e là lungo i diversi itinerari.

Osservando le costruzioni si nota subito la creatività, l’ingegnosità e l’operosità di chi le ha realizzate, uno straordinario esempio di architettura inserita ed adattata sia alla morfologia del territorio, che alle loro esigenze di vita e di lavoro. Si intuisce la dura fatica degli uomini e le donne che nei tempi passati hanno vissuto in questo territorio. Infatti, per rendere coltivabile il terreno occorreva procedere allo spietramento dello stesso e da questa operazione veniva recuperato il materiale destinato alla realizzazione di queste caratteristiche strutture, situate in un ambiente solitario e selvaggio dove sono frequenti gli incontri con animali selvatici.
Si consiglia in particolare una sosta ed una accurata visita, meglio se con un accompagnatore esperto delle tradizioni locali, presso il complesso chiamato della “Valletta”, a breve distanza da Passo Lanciano, uno tra i complessi meglio conservati in assoluto ed assolutamente suggestivo sia per la sua collocazione in una radura erbosa ai margini della faggeta che per le soluzioni architettoniche che ne fanno un piccolo capolavoro di architettura agro-pastorale.
In alternativa si può raggiungere località Acquafredda di Roccamorice, attraverso il sentiero C2 in circa 45 minuti. Il devastante incendio del 2007 ha lasciato segni ancora ben visibili ma il panorama resta decisamente spettacolare lungo tutto il percorso, spaziando dal Gran Sasso alla costa adriatica.
Indicazioni pratiche
Il percorso si sviluppa in un ambiente vario, si incontrano molti tra i più significativi complessi agro-pastorali in pietra della Maiella settentrionale, in un ambiente solitario e selvaggio, con possibilità di incontrare i caprioli. La prima parte del sentiero è all’interno del bosco, dunque anche nelle giornate calde la frescura del bosco ci aiuterà, mentre la seconda parte percorre pianori e prati, un tempo dedicati all’agricoltura. L’itinerario interessa i territori comunali di Serramonacesca, Lettomanoppello, Roccamorice, Abbateggio e Caramanico Terme.
Scheda tecnica
Partenza e arrivo | Passo Lanciano |
Tempo di percorrenza | 2 h |
Distanza | 6,5 km |
Dislivello | 250 m |
Difficoltà | E |
Segnavia lungo il percorso | Ben segnalato con segnavia CP del Parco della Maiella |
Periodo consigliato | aprile – ottobre |
Dove posteggiare | Passo lanciano – comune di Pretoro (CH) presso il parcheggio della strada proveniente da Lettomanoppello |
Le tappe
1 – Si parte da Passo Lanciano in direzione Colle Astoro, lungo il percorso troviamo moltissimi muretti in pietra che ci introducono ai complessi delle capanne di pietra, presenti in zona. Il primo complesso che si incontra dopo pochi chilometri è il complesso della Valletta, costituito da tre capanne che venivano utilizzate come abitazione e deposito. A seguire, nonostante non vi siano più molti segnali è facilissimo seguire la traccia nel bosco, perché il tracciato è ben delimitato per molte centinaia di metri da una fila quasi ininterrotta dei muretti a secco che ci portano da una capanna di pietra all’altra.
2 -Dopo alcuni chilometri arriviamo al complesso La Vasca costituito da tre costruzioni che probabilmente erano delle case che al tempo stesso fungevano anche da luogo di lavoro. Si prosegue attraverso un piccolo varco lungo un muretto in pietra e ci immettiamo nel bosco. Qui basterà seguire il fianco del grande muretto a secco presente alla nostra sinistra fino a raggiungere il primo incrocio di questo anello, si svolta a sinistra puntando verso gli antichi terrazzamenti realizzati per rendere coltivabili le coste montane. I grandi panorami in questo tratto dell’anello con il Gran Sasso fronte a noi rendono l’anello incantevole specialmente in autunno, quando il foliage con I suoi caldi colori domina il paesaggio.
3 – Arriviamo adesso al complesso di Colle Astore chiamato così perché una vasca in pietra locale. Proseguiamo lungo I prati ed I pianori fino a località Fonte Civita dove una sorprendente ed inaspettata zona pic-nic ci permette di fare un riposino all’ombra e di ricaricare le borracce alla fonte collegata all’annesso abbeveratoio.
4 – Qui possiamo decidere se andare con una breve deviazione di circa 10 minuti di cammino al Colle della Civita, oppure se rientrare a Passo Lanciano con 1 ora di cammino. Proseguendo lungo il fianco del Colle della Civita il prato cede il posto ad un sentiero in pietraia che indica la fine del tratto in falsopiano e lineare per diventare più impervio e stretto. In questo tratto la vegetazione inizia a restringere il sentiero ed il dislivello inizia a farsi sentire. Arrivati in vetta, ritroviamo i segnavia dei sentieri e ci avviciniamo al complesso de Le felci. A questo punto, dopo circa 20 minuti si ritorna al punto di partenza.
Punti d’interesse
Capanne di pietra
Le capanne di pietra sono casette a cupola che richiamano i prototipi mediterranei a tholos della civiltà greca. Costruite con pietre a secco sovrapposte e rastremate in alto, le capanne hanno taglie diverse, dalle più piccole che sono destinate a magazzino, alle più grandi in grado di ospitare i pastori e le genti di montagna. In alcune di queste capanne in pietra sono state girate diverse scene del film Il Nome della Rosa. Gli esempi meglio conservati di queste ‘capanne’ si trovano in cinque comuni del parco della Majella: Lettomanoppello, Roccamorice, Serramonacesca, Abbateggio e Caramanico Terme, per una sentieristica complessiva di 27 chilometri e un site-watching che attraversa i secoli.
Le vie pastorali I pendii al margine del bosco di Cerratina sono stati modellati dall’uomo, che vi ha realizzato vie pastorali particolarmente curate, fiancheggiate da muretti in pietra ben conservati, gradoni nelle poche vallette che disponevano di terreno coltivabile, stazzi circondati da muri e numerose capanne sparse un po’ ovunque.
In genere ricalcano il reticolato viario romano e medievali utilizzati poi per permettere lo spostamento delle greggi dai pascoli d’alta quota a valle e viceversa. I percorsi delle Vie pastorali, che in effetti coniugano l’attenzione ai movimenti dei pastori (quindi la Transumanza) con una sorta di agricoltura eroica ante litteram, dimostrano come la valorizzazione di un territorio pur aspro è stata, sin dalle epoche passate, di primaria importanza per rendere l’Abruzzo una regione meno impervia e più a misura d’uomo.