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La Rete Nazionale Cammini del Sud esprime preoccupazione sul rischio di assimilare i cammini all’escursionismo con una segnaletica unificata


La Rete Nazionale Cammini del Sud, che dal 2015 riunisce associazioni attive nella gestione di alcuni dei Cammini più frequentati in Italia, esprime grande attenzione per il passaggio in Senato della proposta di legge “A.C. 1805 – Disposizioni per la promozione e la valorizzazione dei cammini d’Italia”. Si tratta di un momento cruciale per dare un inquadramento normativo a un settore strategico per il turismo sostenibile e la valorizzazione del patrimonio culturale del Paese. 

Tuttavia, la Rete sottolinea con preoccupazione il rischio di assimilare i cammini all’escursionismo, trascurandone la specificità culturale, sociale e organizzativa. I Cammini si fondano su riferimenti normativi e culturali consolidati, come le risoluzioni 66 e 66/2013 del Consiglio d’Europa, la Dichiarazione di Santiago di Compostela del 1987 e la Convenzione di Faro, adottata dall’Italia.

Oltre a essere un volano turistico per le aree interne e i periodi di bassa stagione, essi rappresentano un fenomeno di partecipazione comunitaria e di riscoperta del territorio, con modelli gestionali distinti da quelli dell’escursionismo classico. 

Per questo, la Rete Cammini del Sud chiede che nel dibattito parlamentare venga garantita la tutela dell’identità e della storia dei Cammini, evitando di applicare loro una segnaletica escursionistica che tenga conto della loro storia e dell’esperienza pregressa.  

Un emendamento approvato in seconda lettura alla Camera prevede infatti l’imposizione di segnaletica escursionistica, che non rispecchia la specificità dei Cammini nati in contesti complessi .  

Il caso del Cammino di Santiago, il più noto al mondo, dimostra l’importanza di segnaletiche dedicate e riconoscibili, che rafforzano l’identità e la fruibilità dei percorsi. 

La Rete Cammini del Sud auspica che il Senato modifichi questo emendamento e che, nei successivi decreti attuativi, vengano coinvolte le associazioni nazionali dei Cammini, soggetti che da decenni operano sul territorio con amministrazioni locali e regionali, contribuendo alla costruzione di percorsi, codifiche e segnaletiche proprie. 

È fondamentale che la normativa nasca da un confronto con chi vive quotidianamente i Cammini, per valorizzare un patrimonio prezioso senza snaturarne l’essenza. 

Comunicato stampa

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